E’ ormai ampiamente dimostrato come nella cagna e nella gatta i tumori mammari siano ormono-dipendenti, ovvero rappresentino il risultato di una risposta anomala da parte delle cellule della ghiandola mammaria alla stimolazione prolungata degli ormoni prodotti dalle ovaie. La sterilizzazione, ovvero l’intervento chirurgico che consiste nell’asportare proprio queste ultime, permette di rimuovere la sede di produzione degli ormoni incriminati, e come tale rappresenta dunque l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per prevenire l’insorgenza di questi tumori.
La sterilizzazione consente inoltre di prevenire anche altre patologie, di natura tumorale e non, a carico degli organi dell’apparato genitale, come le cisti ovariche, oppure la piometra, una infezione dell’utero molto pericolosa perché potenzialmente mortale. Inoltre, con la sterilizzazione non si avrà più il problema dei litigi tra gatti dovuti al calore che permette la trasmissione di malattie infettive quali FIV e FELV tramite il contatto di sangue e/o secrezioni.
Perché sterilizzare il gatto?
Gli studi scientifici svolti, oltre ad avere dimostrato l’ormono-dipendenza dei tumori mammari, hanno anche evidenziato come l’azione cancerogena degli ormoni sessuali sia cumulativa, cioè si sommi di volta in volta ad ogni calore. Secondo quanto riportato nei vari articoli pubblicati, la probabilità di sviluppare un tumore mammario per una gatta sterilizzata prima del primo calore è pari allo 0,05%, ma diventa pari all’8% nelle gatte sterilizzate dopo il primo calore e al 26% nelle gatte sterilizzate dopo il secondo calore; dopo i due anni di età, nemmeno la sterilizzazione è più in grado di prevenire l’insorgenza di neoplasie mammarie, perché l’azione svolta dagli ormoni sulle ghiandole è ormai troppo avanzata. Si considera anche che più del 90% dei tumori mammari sono di natura maligna. Per questo è sicuramente consigliabile sterilizzare il proprio animale precocemente, intorno ai sei-sette mesi di età, prima cioè che si manifesti il primo calore, in modo da minimizzare la possibile insorgenza di una neoplasia.
Non è meglio che la gatta partorisca almeno una volta prima di essere sterilizzata?
La gravidanza non ha alcun effetto protettivo o preventivo nei confronti dello sviluppo di tumori mammari; anzi, la stimolazione ormonale prodotta sulla ghiandola mammaria durante e dopo il parto è ancora più intensa rispetto a quanto avviene durante un normale calore.
La sterilizzazione precoce non avrà effetti negativi sullo sviluppo della gatta, o sul suo carattere?
La sterilizzazione non influenza in alcun modo lo sviluppo fisico dell’animale, tantomeno il suo carattere; l’unica raccomandazione da fare ai proprietari dopo la sterilizzazione è quella di controllare il peso corporeo, che potrebbe aumentare in conseguenza ad una modificazione del metabolismo indotta dal nuovo assetto ormonale.
La sterilizzazione non potrebbe essere sostituita, o perlomeno posticipata, utilizzando la “pastiglia” o facendo l’iniezione che rimanda il calore?
Assolutamente no! Le compresse e le iniezioni che, soprattutto alcuni anni fa, venivano impiegate per sopprimere le manifestazioni di calore sono a loro volta a base di ormoni sessuali, gli stessi prodotti dalle ovaie e dotati di azione cancerogena sulla ghiandola mammaria; pertanto, contribuiscono anch’essi allo sviluppo di tumori, ed il loro utilizzo va rigorosamente evitato.
Il gatto maschio può non essere sterilizzato?
E’ sicuramente consigliabile sterilizzare anche il gatto maschio intorno al sesto mese di vita. Non solo perché molto spesso il gatto maschio segna il territorio tramite lo spruzzo di urina in ogni angolo della casa, ma anche per evitargli di incontrare malattie sessualmente trasmissibili come la FIV e la FELV evitando così scontri con altri gatti maschi che gli causerebbero ascessi, graffi, ferite. Senza contare che il vostro gatto, nel momento di calore delle femmine, sarà disturbato e cercherà in tutti i modi di scappare da casa. Ricordiamo inoltre, che la sterilizzazione del gatto maschio oltre a essere più economica e meno invasiva rispetto a quella delle gatte perciò il gatto si riprenderà dall’operazione in pochissimi giorni.